Il castello svevo

Per la sua posizione strategica, il Castello Svevo di Vieste rappresentò uno dei maggiori punti di difesa del Gargano e conservò, fino al 1846, il titolo di Piazza d’armi. 
Di impianto altomedievale, il Castello Svevo di Vieste corrisponde al castellum quod dicitur Besti citato in una pergamena del 1059, redatta in occasione del Concilio di Melfi.

Intorno al 1240 fu ripristinato da Federico II di Svevia nell’ambito del programma di fortificazione della costa pugliese, da sempre protetta ma allo stesso tempo esposta al mare.
L’attività di potenziamento militare era strettamente controllata dallo stesso imperatore svevo attraverso lo Statutum de reparatione castrorum, che prevedeva la divisione delle strutture castellari in Castrum e Rocche, che avevano una funzione militare, e Palatium e Domus solaciorum, che erano invece case di svago.

Il Castello Svevo rientra fra le strutture con funzione spiccatamente difensiva e fu profondamente modificato nella prima metà del XVI secolo dall’intervento spagnolo. I resti della fortificazione sveva furono inglobati nella nuova architettura, fino a perdere quasi del tutto l’impronta duecentesca.

Un po' di storia

Durante le lotte tra il Papato e Federico II, il castello subì notevoli danni da parte dei Veneziani. Tradizione vuole che l’imperatore si preoccupò immediatamente di riedificarlo e ampliarlo, di rinforzare le mura della città e restaurare anche la Cattedrale. Nei secoli XV e XVI resistette alla furia devastatrice di Acmet Pascià e Draguth Rais, ma nel 1646 il terremoto ne distrusse molte parti.

Architettura

Il castello, massiccia costruzione fatta edificare dagli Svevi, è a pianta triangolare e corredata di tre bastioni a punta di lancia sui vertici nord, ovest ed est, mente, a sud, le mura si ergono a strapiombo sulle rocce calcaree della costa.

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